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Rebreather: i consigli di 6 istruttori esperti per iniziare in sicurezza
Stai pensando di passare alle immersioni in circuito chiuso? Scopri cosa sapere prima di iniziare con i suggerimenti pratici di 6 formatori.
E’ un fatto: i rebreather diventando sempre più popolari, grazie all’interesse crescente per le immersioni tecniche ed al costo sempre più alto dell’elio. Allo stesso tempo, i miglioramenti nel design, nella costruzione e nella facilità d’uso dei rebreather a circuito chiuso (Closed-Circuit Rebreathers o CCR), soprattutto nell’elettronica di controllo e nel monitoraggio, hanno reso questo tipo di immersione più accessibile.
Tradizionalmente, a parte qualche fotografo, sono stati soprattutto i subacquei tech e cave a passare dal circuito aperto a quello chiuso. Questi subacquei hanno chiaramente bisogno delle capacità di un rebreather e (dovrebbero) già avere alcune delle conoscenze e delle abilità necessarie per usare un rebreather in sicurezza.
Tuttavia, dando un’occhiata ai requisiti per iniziare un corso CCR secondo gli standard di varie agenzie didattiche, il quadro sarebbe molto diverso: in teoria potresti iniziare a usare un rebreather semplicemente con un brevetto nitrox e appena 25 immersioni alle spalle… Questo paradosso mi porta a una domanda che cercherò di approfondire in questo articolo: qual è il livello ideale di formazione ed esperienza per passare al circuito chiuso?
Per farmi un’idea più precisa, ho intervistato 6 istruttori CCR molto rispettati in Asia, Europa e nelle Americhe. Ho chiesto loro come sono in media i loro allievi CCR principianti e come sono cambiati nel tempo, come decidono se addestrare o meno qualcuno su un rebreather e se accetterebbero allievi senza formazione o esperienze precedenti in immersioni tecniche o in grotta.
Ho fatto con loro lunghe conversazioni, quelle che leggerete sono delle brevi sintesi. Alla fine dell’articolo troverete biografie e link.
“La maggior parte dei miei allievi sono subacquei tecnici”, dice Matt Reed, istruttore TDI e co-proprietario di Evolution Diving a Malapascua, Filippine. “Tuttavia, ultimamente ci sono sempre più candidati con meno esperienza. Una delle domande che faccio loro è se pensano di continuare l’addestramento e fare immersioni più avanzate in futuro. Chi non fa immersioni profonde è meno propenso a continuare con il CCR, perché questo richiede un grande sforzo per immersioni semplici sulla barriera corallina”.
Kelvin Davidson (Third Dimension Diving, Tulum, Messico) racconta un’esperienza simile: “La maggior parte delle persone che addestriamo al CCR sono clienti abituali del nostro negozio e li conosciamo come subacquei cave. Ma ultimamente stanno iniziando ad arrivare anche degli sconosciuti”.
Quando gli chiedo come fa a selezionare gli allievi, mi dice: “Di solito conosco già le persone dai corsi precedenti, quindi ho un’idea più chiara. Altrimenti chiedo loro qual è la loro formazione ed esperienza, e perché vogliono o pensano di aver bisogno di un CCR. Poi mi affido al mio istinto… Molti che sembrano bravi sulla carta non sanno immergersi o non hanno la mentalità giusta per possedere un CCR. Per questo motivo, preferisco che le persone utilizzino una delle nostre unità per la formazione iniziale prima di acquistarne una propria: non è ideale avere una conversazione difficile con qualcuno che ha appena speso 10.000 Euro”.
Come Matt, anche a Kelvin è capitato di insegnare ad alcuni allievi che non avevano mai fatto immersioni tech o in grotta. “Ma soprattutto con il Fathom Gemini, perché è davvero facile da usare. I rebreather back-mount full-size sono più completi in termini di cosa puoi fare alla fine, ma anche più difficili da gestire. Ci sono standard didattici che devono essere rispettati. Poi sta all’istruttore usare buon senso ed essere onesto e diretto con gli allievi”.
Per Yvonne Press, trainer TDI e istruttrice CCR attiva a Malta, è difficile tracciare confini rigidi: “Non penso che sia necessario costringere i futuri rebreatheristi a provare prima il circuito aperto. Corsi come l’Air Diluent Diver di TDI (30m, tutte immersioni no-deco) offrono un modo per avvicinarsi ai rebreather, con un percorso chiaro verso le immersioni in deco. Cerco quindi di farmi un’idea dell’esperienza del candidato studente, oltre a controllare certificazioni e numero d’immersioni. Se qualcuno fa immersioni da 20 anni, ma solo una volta l’anno quando si trova in vacanza, gli direi che probabilmente il rebreather non fa al caso suo. D’altra parte, un principiante con un alto senso dell’impegno e obiettivi chiari per il futuro potrebbe essere più adatto al CCR”.
E infine una condizione importante: “Gli allievi dovrebbero avere delle buone basi e capire bene la teoria del nitrox e dell’ossigeno puro. Anche se si può lavorare su tutto questo durante un corso CCR, non è quello il momento ideale per iniziare da zero”.
Paul Toomer (Diving Matrix Advanced Diver Training) ha le idee piuttosto chiare: “Ho addestrato diverse persone che ora usano i loro rebreather solo per immersioni poco profonde, come per fare foto. Non c’è niente di male in questo. Personalmente, uso rebreather in tutte le mie immersioni, quale che sia la profondità o il profilo. Tuttavia, acquisire le competenze specifiche per gestire un CCR è piuttosto difficile. Per un allievo che ha solo fatto immersioni ricreative e non è abituato ad attrezzature più pesanti di una singola bombola, o non ha mai effettuato un cambio gas e non sa pinneggiare all’indietro… penso che sia semplicemente troppo. Credo che le persone dovrebbero essere addestrate almeno al livello base dell’immersione tecnica prima di poter prendere in considerazione un corso CCR – e questo anche se non hanno intenzione di usare il rebreather per immersioni tech in futuro. Il mio allievo ideale sarebbe un subacqueo esperto che sa usare il trimix a circuito aperto, anche se con i prezzi attuali dell’elio è difficile trovarne uno”.
Sabine Sidi-Ali è svizzera ed insegna tech & cave in Europa e Messico. “10 anni fa l’allievo che passava al CCR era qualcuno con esperienza nel tech a circuito aperto, che voleva spingersi oltre i propri limiti. Adesso le cose sono cambiate, ed anche gli standard: in teoria, ora puoi fare un corso CCR senza aver mai usato una stage o una frusta lunga. Personalmente, chiedo almeno una formazione tech di base come prerequisito e consiglio vivamente di seguire un corso GUE Fundamentals o simile (IANTD Essentials o TDI Intro to Tech). Questo permette di partire con il piede giusto. Senza, c’è molto da recuperare in termini di comprensione teorica e abilità di base in acqua… troppo da imparare in un solo corso”.
Per Karl Hurwood (Pro-Tech Philippines) saper gestire le emergenze è il fattore cruciale: “Se un rebreather non funziona, il subacqueo deve quasi sempre andare in bail-out, quindi passare in circuito aperto. Questo può ridurre lo stress, a patto che il subacqueo sia davvero a suo agio in circuito aperto, a quel livello d’immersione. Altrimenti, le cose potrebbero andare molto diversamente. Consiglio a tutti i miei allievi di padroneggiare in circuito aperto il tipo d’immersioni che andranno a fare in CCR. Non è tanto una questione di profondità, quanto di configurazione, numero di bombole da gestire e procedure come i cambi gas. Questo significa fare un po’ di addestramento tecnico in circuito aperto. Non credo di voler addestrare qualcuno che non ha nessuna esperienza di immersioni tecniche prima di un corso CCR. Un altro punto chiave da considerare è: hai davvero bisogno di un rebreather? Sì, sono strumenti fantastici e aprono molte possibilità, ma richiedono pratica e immersioni regolari, cosa che non è possibile a tutti. Inoltre, non tutti i rebreather sono ugualmente adatti a tutte le condizioni. Quindi, scegli un’unità che si adatti al tipo di immersione che desideri fare. Infine, scegli un istruttore che la utilizzi regolarmente al di fuori dei suoi corsi di insegnamento.
Un punto d’incontro?
Avrete notato alcune differenze nelle risposte dei sei intervistati, ma ci sono punti sui quali sembrano tutti d’accordo. Mentre alcuni non richiedono una certificazione formale come subacqueo tech prima dell’addestramento CCR, tutti richiedono agli allievi di possedere abilità subacquee personali tipicamente associate all’immersione tecnica, nonché un forte impegno a continuare l’apprendimento e a immergersi in futuro con l’unità CCR scelta.
Tutti e sei gli istruttori sottolineano che la decisione di passare al circuito chiuso non va presa alla leggera. “Perché vuoi imparare a immergerti con un rebreather?” è una domanda che tutti fanno in un modo o nell’altro. Sottolineano anche che non si può essere subacquei CCR occasionali. Ad un certo punto sarà necessario possedere un’unità e immergersi con regolarità per mantenere le proprie abilità, un impegno significativo in termini di tempo e risorse.
Grazie agli intervistati:
- Kelvin Davidson (Messico) è istruttore IANTD per le unità CCR Fathom Mk3 e Gemini, istruttore GUE per JJ-CCR, nonché trainer trimix e cave.
Home » Third Dimension Diving - Karl Hurwood (Filippine) è trainer TDI e factory instructor per tutti i livelli di immersione con JJ-CCR.
Pro-Tech Philippines - Yvonne Press (Malta) è trainer TDI. Insegna sulle unità KISS Sidewinder e AP Inspiration a Malta e in Germania.
https://darkhorizondiving.com/ e Kiss Sidewinder Training Courses with Yvonne Press - Matt Reed (Filippine) è un trainer TDI. Insegna KISS Sidewinder e Pelagian DCCCR.
Evolution Diving Resort in Malapascua, Cebu, Philippines - Sabine Sidi-Ali (Europa/Messico) è istruttrice GUE e IANTD specializzata in corsi cave e con rebreather (Revo e KISS Sidewinder).
Sabine Technical Diving - Paul Toomer (Regno Unito/Malta) di Diving Matrix Advanced Diver Training è istruttore CCR su una grande varietà di unità CCR, da più di 20 anni.
Diving Matrix
Sull’autore
Tim Blömeke è istruttore di immersioni ricreative e tecniche a Taiwan e nelle Filippine. È un subacqueo con una grande passione per le grotte, i relitti e il circuito chiuso, nonché collaboratore e traduttore per Alert Diver. Vive a Taipei, Taiwan. Puoi seguirlo su Instagram @timblmk.
Traduttore: Cristian Pellegrini