Foto: Manuel Bustelo
Un occhio agli incidenti

Distratta sott’acqua

La subacquea

La sub in questione: 48 anni, un brevetto Open Water (OWD) ottenuto 20 anni prima, rinnovato recentemente, visto che da allora non aveva fatto più immersione. Info aggiuntive: alta 1,70, peso 104 kg ed indice di massa corporea (IMC) 36. Aveva perso 20kg di recente, e stava ancora perdendo peso, anche se durante la settimana di crociera sub in Australia non stava seguendo una dieta specifica.

Il caso

Il secondo giorno di immersioni, la subacquea ha raccontato di essersi "fatta coinvolgere troppo mentre faceva foto". Aveva smesso di controllare gli strumenti e si era accorta alla profondità di 30 metri che le restavano solo 70 bar di aria nella bombola. Il suo compagno d'immersione le stava segnalando di risalire, così lei aveva iniziato la risalita . Aveva raccontato che era preoccupata e determinata a non pallonare fino alla superficie. Aveva iniziato una risalita controllata.

A 14 metri, si era guardata intorno ed inizialmente non era riuscita a localizzare il suo compagno di immersioni. Guardava la sua scorta d'aria che diminuiva velocemente. Finalmente, aveva raggiunto i 6 metri di profondità, con circa 20 bar di aria nella bombola. Aveva scelto di fare la sosta di sicurezza, fissando il manometro tutto il tempo. Appena finita la sosta, aveva segnalato al suo compagno di immersioni di risalire lungo la cima di ormeggio. Era risalita in maniera lenta e controllata, ma aveva raccontato che i pensieri le affollavano la mente e che aveva provato sollievo mentre il manometro si avvicinava allo zero.

In superficie, la subacquea aveva gonfiato il GAV e aveva guardato il manometro, rendendosi conto che la sua bombola era completamente vuota. Aveva ricordato: Era un'immersione a 30 metri, e avevo provato molta vergogna. Il mio compagno di immersioni si stava trattenendo, ma mi rendevo conto che era molto seccato. Non gli ho detto quanto vicina fossi a non avere più aria, invece mi sono profusa in scuse, dicendogli che non avrei mai più fatto una cosa del genere. Ho parlato con un altro subacqueo, un ex istruttore, e gli ho raccontato quello che mi era successo. Lui mi ha detto che aveva fatto lo stesso errore una volta — si era lasciato coinvolgere eccessivamente da quello che stava facendo e si era dimenticato di guardare gli strumenti. Io stavo pensando: “Wow, e tu sei un istruttore subacqueo!” Ero scioccata da quanto sia facile perdere la cognizione della profondità. Mentalmente ho giurato di restare con il mio compagno nelle immersioni future e di guardare sempre gli strumenti.

Analisi

La subacquea in questione ha avuto la fortuna di rendersi conto che la sua scorta d'aria si stava esaurendo al momento giusto. Se fosse rimasta a quella profondità per più tempo, probabilmente avrebbe finito l'aria prima di raggiungere la superficie. Alla DAN, ogni anno riceviamo verbali di incidenti mortali su subacquei che non hanno avuto la stessa fortuna. Finire l'aria non porta in automatico alla morte, ma quando si sommano il panico e una risalita troppo veloce, come spesso accade fra subacquei inesperti, le conseguenze possono essere molto gravi. 

Uno studio australiano ha seguito mille immersioni ricreative e ha stabilito che, a paragone con i subacquei che riemergono con molta aria nella bombola, i subacquei che riemergono con poca aria avevano probabilità di 20 volte superiori di essere sorpresi di quanta poca aria fosse rimasta nella bombola. Ovvero, come la subacquea coinvolta in questo incidente, non stavano prestando attenzione ai propri strumenti sott'acqua.

Di recente, ho ripreso a fare fotografia subacquea dopo una lunga pausa. Negli ultimi anni ho fatto molte immersioni, ma senza un apparecchio fotografico. La prima cosa che ho riscoperto è quanto sia facile distrarsi con una macchina fotografica quando si trova un soggetto che si vuole immortalare. E' davvero semplice dimenticarsi di tenere sotto controllo la profondità o la scorta d'aria e questa è una delle ragioni per le quali la DAN raccomanda fermamente ai subacquei ricreativi di immergersi sempre con un compagno. In questo incidente, il compagno ha segnalato alla subacque di risalire prima che lei finisse l'aria e l'ha accompagnata in superficie, in modo da prestare assistenza in caso di bisogno.

La subacquea in questione se l'é cavata per un pelo, ha imparato una lezione preziosa ed ha vissuto abbastanza per fare un'altra immersione. Mantenere la calma durante la risalita, restare vicina al suo compagno di immersioni e gonfiare il GAV in superficie sono stati gli elementi essenziali che hanno fatto sì che l'incidente non avesse conseguenze.

Un altro aspetto di questo caso è di particolare rilievo per i subacquei moderni. Se diamo uno sguardo al passato della fotografia subacquea, quando i subacquei usavano rullini da 24 o 36 pose, gli apparecchi fotografici con custodia stagna erano un bell'investimento e all'epoca era molto più comune che un subacqueo fosse già molto esperto quando acquistava la sua prima macchina fotografica subacquea. Al giorno d'oggi, invece, come la subacquea in questione ha dimostrato, anche i subacquei appena brevettati si cimentano nel passatempo ormai a buon mercato della fotografia subacquea — prima di aver sviluppato una buona conoscenza situazionale attraverso le molte immersioni. Questa relativa inesperienza e la distrazione rappresentata da un apparecchio fotografico possono tramutarsi in una situazione rischiosa sott'acqua. Di conseguenza, i subacquei novelli che decidono di portare una macchina fotografica sott'acqua dovrebbero discutere il piano dell'immersione con il loro compagno prima di entrare in acqua e considerare attentamente il rischio aggiuntivo della possibile distrazione.


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