Flirtando con un polpo ad anelli blu (ancora una volta)
Tutti i subacquei hanno il gusto dell’avventura, sia che riguardi le immersioni profonde, sia che si tratti di esplorare un dedalo di grotte subacquee o gustare un incontro ravvicinato con creature velenose ma stupende. Come la passione di Elizabeth Cook e Robert Yin per il polpo ad anelli blu: nel numero del luglio/settembre 2005 dell’Alert Diver, ci avevano già affascinato con un piacevole racconto sulla pericolosa bellezza di questa creatura. Questa storia, inoltre, ci ricorda le ragioni per le quali viaggiamo in tutte le parti del mondo per immergerci ed apprezzare le bellezze pericolose della natura.
Kapalai è un posto molto bello, davvero gradevole, descritto una volta come "un sogno sospeso fra il cielo e il mare". Sorge inaspettato, come un’illusione, dal mare delle Celebes, come una delle isole della Malesia. I tetti slanciati degli eleganti chalet sull’acqua si adagiano regalmente sulle palafitte sull’acqua turchese, ricca di pesci. Non appena la mia barca si è avvicinata, non ho potuto far altro che pensare: “Questo è il sogno di un architetto”. Eccitata dallo spettacolo, ho pensato se correre sul pontile ed esplorare questo villaggio sull’acqua o semplicemente saltare fuori bordo ed iniziare la mia conoscenza con la popolazione locale dei pesci. Ho optato per l’arrivo più elegante e sono stata aiutata a sbarcare dal personale sorridente che si è preso cura del mio bagaglio e mi ha accompagnato al mio chalet.
La vita subacquea notturna
Trenta minuti dopo, indossata l’attrezzatura e con le torce subacquee in mano, il divemaster ed io siamo entrati in acqua per un immersione di check al crepuscolo. Abbiamo fatto un giretto intorno ad un pesce coccodrillo semi-addormentato sommerso nel punto più profondo del pontile, quindi siamo scesi dolcemente lungo una parete di 45 piedi (13.7-metri) piena di formazioni di corallo, gorgonie e frammenti corallini, tutti rifugio per granchi, ghiozzi e dragoncelli. Ci siamo fermati abbastanza a lungo da rendere omaggio all’accoppiamento dei pesci mandarino nei loro colori riccamente decorati. Abbiamo identificato facilmente i maschi, che sono due – tre volte più grossi delle femmine. Quattro o cinque femmine sono corse velocemente dentro e fuori dagli anfratti, inseguite da un solo maschio. Erano come se stessero giocando a rincorrersi. Non appena il maschio ha “puntato” una femmina affascinata, la coppia è risalita per circa un metro, liberando in acqua uova e sperma ed è quindi tornata rapidamente alla protezione offerta dagli anfratti di corallo.
Andando oltre, abbiamo trovato un grande, dignitoso polpo abbarbicato alla parte superiore di una grande cima di corallo. È sembrato assolutamente indifferente alla nostra presenza. Le nostre torce subacquee hanno inquadrato uno sgargiante pesce rana-pagliaccio che andava a zonzo su una spugna incrostante rossa. Mentre lo guardavamo, ha provato a procurarsi la cena con una movenza dalla rapidità impressionante. Con una mossa composta da una sequenza di tre fasi ha lanciato la sua esca, ha aperto le mascelle in maniera smisurata e le ha richiuse con uno schiocco. L’intera azione è avvenuta così rapidamente che gli animali circostanti hanno perseverato imperturbati nei loro traffici. Non sono sicura se abbia agguantato il suo spuntino oppure no. Troppo presto, il divemaster ha fatto dietro-front e ci siamo diretti nuovamente al pontile. Avevo la mente zeppa di nuove potenziali foto per la mattina successiva, ma alla fine sono riuscita a prender sonno.
La mattina dopo
Allo spuntar dell’alba, ho ripiegato le imposte di legno che si estendevano dal pavimento al soffitto della parete posteriore del mio chalet. Aprendo la porta, ho sentito il calore del sorgere del sole che si riversava attraverso il pavimento di legno duro. Ho approntato la mia macchina fotografica, mentre riflettevo sull’esistenza di Kapalai, che molti anni fa era una piccola isola dotata di vegetazione sparsa. L’isola fa parte del Reef di Ligitan, un vasto sistema corallino che si affaccia sul profondo Mar di Celebes. Col passar del tempo la vegetazione è sparita e l’erosione ha ridotto l’isola al piccolo banco di sabbia semisommerso che è oggi. A volte, con la bassa marea, si può camminare sull’isola. Tuttavia, quando la marea aumenta, il banco di sabbia sommerso si trasforma in asilo per le piccole razze a macchie blu.
Il mio compagno d’immersioni è arrivato con la Celebes Sea, una barca da crociera subacquea locale. Abbiamo parlato dei reef e degli animali marini che aveva avuto modo di vedere negli ultimi giorni vivendo a bordo. Tra le altre meraviglie, ha accennato all’accoppiamento dei polpi ad anelli blu. La rarità di quest’avvistamento mi era sconosciuta. L’unica cosa che mi sono ricordata del polpo ad anelli blu, è che può essere mortale. Abbiamo trascorso alcuni giorni a prender confidenza con le forme di vita marina che erano sotto il pontile. Abbiamo anche fatto splendide immersioni dalla barca sui vari reef che circondano Kapalai. Abbiamo visitato il vicino “Paradise" a Mabul, che ci ha permesso di fotografare i cavallucci marini e di deliziarci alla vista di un’esotica collezione di ispidi pesci-lima, lepri di mare, anguille e serpenti di mare colorati a mosaico ed altri sconosciuti “critters” (varie specie di animali mimetici marini) che vivono sul fondale detritico (la cosiddetta muck-dive). Non ci siamo recati alla vicina Sipadan, con le sue magnifiche tartarughe, i carangidi ed i barracuda, perché vi avevamo già fatto numerose immersioni nel corso dei nostri precedenti viaggi. Abbiamo, invece, scelto "The Platform", che è meglio conosciuta con il nome di Seaventures Resort, una piattaforma petrolifera ristrutturata ed adattata proprio per i subacquei. La piattaforma ci ha mostrato la sue ricchezze, compreso un frogfish (pesce-rana) giallo grande quanto la mia testa e gli eleganti batfish (pesci pipistrello) che popolano la zona sommersa della struttura.
Un Ospite Mortale
Dopo diversi giorni d’immersioni, il mio compagno d’immersione ha scovato un altro polpo ad anelli blu. Era entusiasta. Con esuberanti segnali manuali mi ha invitato a raggiungerlo, ad avvicinarmi ed ancora ad approssimarmi molto da vicino a questa piccola creatura velenosa. L’obiettivo, come ho chiaramente percepito, era quello di fungere da riferimento umano per ottenere il rapporto delle misure e dovevo porre la mia testa vicino a questo polpo molto piccolo. Gli ho fatto il favore ed ho studiato il suo tentacolo velenoso lungo circa 15 cm, con il quale colpisce piccoli crostacei e pesci negli anfratti dei coralli. Poiché i polpi ad anelli blu sono noti per la loro estrema velenosità (sebbene non siano per nulla aggressivi), ho posto molta attenzione ai suoi movimenti, agili e veloci: rispetto gli animali potenzialmente mortali. Il mio amico ha potuto scattare numerose foto, prima che polpo si ritirasse dentro una fessura. Più tardi, il mio compagno mi ha riferito che in 40 anni di attività subacquea, con migliaia d’immersioni sulle spalle, aveva avuto soltanto una manciata d’incontri con il polpo ad anelli blu. Mentre lo ascoltavo, ho pensato che avrei potuto anche non rivedere mai più quest’essere vivente.
Una romantica occasione
Con il passar dei giorni, ho compiuto più e più volte immersioni sul pendio di frammenti corallini posto sotto il pontile, lasciando agli altri le immersioni dalla barca e gli orari prefissati. Ho deciso che era tempo di fotografare i magnifici e provocatori pesci mandarino. Mi sono munita della mia macchina fotografica e mi sono diretta al pendio, giù, verso il " Mandarin Palace". Ho scelto un punto adatto ed ho poggiato la testa su di un piccolo cantuccio alla base di una grande formazione corallina. Con tutti i miei sensi sintonizzati verso il mio obiettivo, mi sono concentrata, cercando di scattare una foto ravvicinata dei pesci mandarino che danzano sui detriti di corallo sparsi in giro. Dopo alcuni scatti ed un’implacabile vigilanza, ho visto un piccolo movimento scivolare velocemente ai bordi della mia maschera. Ho continuato a focalizzare l’attenzione sui pesci mandarino, cercando di ignorare la distrazione. Nuovamente, ho intravisto questo rapido movimento e l’ho ignorato ancora. Il movimento si poneva alla periferia del mio sguardo. Irritata, mi sono voltata per farlo fluttuar via. Ho voltato la testa all’indietro. Sorpresa, ho visto un piccolo polpo ricoperto da brillanti e palpitanti anelli blu.
Ho quasi perso l’assetto per l’eccitazione ed ho spostato la macchina fotografica verso il polpo. Con mani tremanti, ho regolato i flash, seguendo incessantemente il polpo con la coda dell’occhio. Ho guardato nel mirino, ho messo a fuoco e quindi ho sollevato la testa ed ho fissato, con occhi eccitati, dal di sopra della macchina fotografica. Non stavo soltanto vedendo un polpo ad anelli blu, ma due! Sembravano impegnati a far l’amore; il maschio era saldamente avvolto intorno al manto della femmina. Il mio battito cardiaco ha accelerato. La mia mente stava facendo ribollire tutto il "know-how" fotografico che possedeva, con un sovraccarico enorme. Quanta pellicola mi era rimasta? I miei flash erano posizionati con l’angolazione giusta? Si erano ricaricati? Quale apertura di diaframma avevo regolato? Avevo messo ben a fuoco le due piccole bestioline? Quasi riflessivamente, ho scattato ed impazientemente mi sono sforzata di aspettare che i flash si ricaricassero tra uno scatto e l’altro – gli attimi più lunghi di tutta la mia vita. Uno, due, tre scatti. Gli anelli-blu rimanevano con me. " Ancora uno scatto, soltanto uno”, ho pregato. " Accidenti! Venite fuori da dietro quella roccia! ", ho mormorato fra me e me, desiderando che le creature si muovessero. Incredibilmente, sono scivolate proprio verso di me, poi si sono prudentemente lanciate di lato verso il basso. Ho scattato nuovamente ed ho avuto un’ultima opportunità, prima che scivolassero in una fessura molto piccola, custodita da una cortina di pesci mandarino. Con un senso di soddisfazione e di convincimento che almeno uno degli scatti fosse venuto bene, ho respirato profondamente ed ho iniziato a pinneggiare per allontanarmi dai detriti di corallo.
Appena fuori dall’acqua, non vidi l’ora di condividere il mio colpo di fortuna con il mio compagno d’immersione che era riemerso nelle vicinanze. Lui ed il divemaster non mi lasciarono nemmeno finire il racconto; hanno voluto immediatamente sapere dove stavano i polpi. Quindi sono tornati nuovamente in acqua, praticamente ancor prima di avere il tempo di alzare il sedere da dove erano seduti. Purtroppo, tristemente, non hanno mai assistito all’accoppiamento e neanche più visto nemmeno un solo polpo ad anelli blu per tutta la durata del nostro soggiorno. Parecchi mesi dopo, ho riflettuto sulle mie esperienze nella magnifica Kapalai. Era difficile ricordare nitidamente tutte le 38 immersioni che avevo avuto modo di godere. Di tanto in tanto, comunque, mi torna alla mente l’eccitazione della mia scoperta di quel giorno. Ma, onestamente, non riesco a rivedere i polpi in fase d’accoppiamento con gli occhi della mente. Potrebbe l’elegante magia di Kapalai aver creato un’illusione nella mia mente? Per rassicurarmi, ho riguardato nuovamente le mie diapositive.
Consigli di Sicurezza per i Fotografi Subacquei
Ricordatevi di respirare. Mettete sempre in pratica la “regola di base” della subacquea: non trattenete mai il respiro. Trattenere il respiro può provocare guai seri e perfino lesioni mortali per sovradistensione polmonare. Ottima padronanza dell’assetto: Dal punto di vista prettamente pratico, una buona padronanza dell’assetto è una dote basilare per un fotografo. Rimanere in sospensione sopra un reef previene danni alla vostra macchina fotografica, al reef stesso ed alle creature marine quali i nudibranchi, gli anemoni e gli altri animaletti che si muovono con lentezza. Un buon assetto, inoltre, assicura che le vostre pinne non innalzino la sabbia, irritando gli altri fotografi ed aggiungendo “l’effetto sospensione” alle vostre foto. Siate sempre vigili: La fotografia subacquea è probabilmente la tipologia di fotografia più difficoltosa.
Poiché sott’acqua gli errori possono rivelarsi fatali, i subacquei devono sentirsi completamente a posto con le proprie abilità in immersione prima di caricarsi del peso aggiuntivo dell’attrezzatura fotografica e dei pensieri e delle distrazioni supplementari che ad essa si accompagnano. Controllate voi stessi: Rendete i controlli della riserva d’aria un’abitudine ancor più regolare. Stabilite un limite ben definito per la riserva d’aria e rispettatelo. E’ proprio quando la vostra riserva raggiunge il limite dei 500 PSI (circa 35 bar), che comparirà lo squalo balena. La vera disciplina consiste nello stabilire un limite e nel rispettarlo, ma la vostra vita e quella del vostro compagno d’immersione potrebbero dipendere da esso.