I centri iperbarici del Network DA N Europe – la Serbia

I Centri Iperbarici a cui DAN Europe fa riferimento in caso di emergenza sono stati selezionati in tutto il mondo, in base alle alte caratteristiche tecniche, alla preparazione del personale medico ed alla reperibilità sulle 24H.

Cominciamo questa rassegna con la Serbia, dove il Prof. Alessandro Marroni si è recato di recente per coordinare l’organizzazione del 38° Congresso dell’European Underwater and Baromedical Society (EUBS) e dell’8° DAN Day, che si svolgeranno in contemporanea a Belgrado dall’11 al 16 settembre 2012.

La Serbia per secoli ha rappresentato un importante punto di connessione tra l’Europa dell’est e quella dell’ovest. E’ collocata al centro della penisola balcanica, nella zona sudorientale del continente europeo. La parte settentrionale confina con il centro Europa ma, per la posizione e per il clima, può considerarsi una regione mediterranea a tutti gli effetti. Belgrado, capitale della Serbia, è una delle più antiche città d’Europa. Situata strategicamente nel punto di confluenza dei fiumi Sava e Danubio, viene definita internazionalmente “Gateway to the Balkans” e “Door to Central Europe”.

I tre centri iperbarici che fanno parte del Network DAN Europe, gestiti dal Centre for Hyperbaric Medicine, sono dislocati a Baniza presso l’Istituto Ortopedico, a Belgrado nel dipartimento di Istofisiologia del Policlinico Universitario ed a Vrnjacka Banja all’interno di una spa.

Il deus ex machina della baromedicina serba può essere considerato Mile Zaric che nel 1993 decise di dare una svolta alla medicina iperbarica del suo Paese con l’attivazione di camere pluriposto dalle ampie possibilità terapeutiche. Ingegnere meccanico, proprietario di industrie di materiali plastici, inventore di guarnizioni speciali e di sistemi di sollevamento pneumatico di cui detiene i brevetti, Zaric era anche un esperto subacqueo e, in quanto tale, conosceva le opportunità offerte dalla medicina iperbarica in ambito terapeutico. Era il periodo postbellico gravato da ferite, traumi ed amputazioni a rischio di infezioni a causa dell’embargo dei farmaci: sicuramente il trattamento iperbarico poteva essere d’aiuto. Mile Zaric acquistò una camera Comex multi posto ed iniziò la sua opera, più umanitaria che commerciale. Nel 1994, la collaborazione con il dr. Nicola Dekleva diede un forte impulso alla medicina iperbarica che venne fatta conoscere a più di quattrocento medici serbi grazie al simposio appositamente organizzato, a cui presero parte diversi relatori internazionali di chiara fama. Sempre nello stesso anno apriva i battenti il primo Centro Iperbarico nell’ospedale ortopedico di Baniza che nel 1996 otteneva anche la sovvenzione della Cassa Malattie. Da questo momento la strada è sempre in salita fino ad arrivare, nel 1997, alla costituzione della Scuola di Baromedicina presso la facoltà di Medicina dell’Università di Belgrado di cui il Prof. Alessandro Marroni è stato coordinatore internazionale. All’inizio, gli studenti della Scuola, già laureati in medicina e specializzati, provenivano dalla Serbia e dal Montenegro ma si puntava all’internazionalità. Purtroppo la guerra interruppe bruscamente le attività della Scuola che solo nel 2007 sono potute riprendere regolarmente e, questa volta, con le caratteristiche internazionali a cui si mirava fin dall’inizio. Agli studenti serbi si sono aggiunti quelli provenienti da Macedonia, Grecia, Turchia, Bulgaria. Un sistema di e-learning internazionale viene condiviso con l’Università di Stellenbosch in Sud Africa.

Intanto il Centro Iperbarico di Baniza lavorava a ritmi serrati, con più di 60 pazienti al giorno. Cominciava a rendersi necessario un secondo Centro, inaugurato a Belgrado nel 2008 all’interno del Policlinico Universitario, nel Dipartimento di Istofisiologia.

Il terzo Centro Iperbarico è stato aperto lo scorso anno a Vrnjacka Banja mentre il quarto sarà inaugurato entro il 2012. “Abbiamo lavorato molto sulla divulgazione della medicina iperbarica in Serbia, attraverso la Scuola di Baromedicina, i convegni, i corsi di aggiornamento ed anche con una rivista specialistica – dice con orgoglio l’Ing. Mile Zaric – Per questo i medici sono molto collaborativi, perché conoscono l’importanza della medicina iperbarica. In molte nazioni la triste sorte di questa branca della medicina è dovuta essenzialmente all’ignoranza in materia a partire dai medici di base fino ai più alti livelli di specializzazione”.

Ing. Zaric, lei si è avvicinato alla medicina iperbarica da subacqueo?

Sì, ho iniziato ad andare sott’acqua all’età di sedici anni come cacciatore subacqueo. A ventidue anni ho comprato erogatore, bombole e compressore.

Di mestiere ho sempre fatto l’ingegnere e non ho mai visto la medicina iperbarica come una nuova opportunità di guadagno, ma ho pensato di finanziarla e sfruttarla per aiutare i miei connazionali che nel periodo bellico avevano subito amputazioni e, a causa dell’embargo dei farmaci, spesso sviluppavano delle infezioni.

Che tipo di camere utilizzate nei vostri centri iperbarici?

A Belgrado abbiamo una camera iperbarica Haux da 12 posti, a Baniza utilizziamo una camera Comex da 13 posti ed una camera Haux iper/ipobarica da 12 posti, mentre a Vrnjacka Banja è in funzione una camera Haux da 12 posti. Nei centri abbiamo anche delle camere iperbariche monoposto che vengono usate per casi non complicati o quando abbiamo dei pazienti che preferiscono il trattamento individuale (per esempio gli sportivi).

Abbiamo anche una camera iperbarica mobile che, attualmente, si trova nel sud della Serbia al confine con la Macedonia.

Per le sperimentazioni di laboratorio e la ricerca utilizziamo due piccole camere iperbariche che l’Istituto di Fisiologia dell’Università di Belgrado ha messo a disposizione del Centre for Hyperbaric Medicine.

Avete molti pazienti?

Nei tre centri si lavora con circa 300 malati al giorno.

Quali sono le patologie più comuni?

Nel 70% dei casi, si tratta di patologie relative alle complicazioni del diabete; seguono, in ordine d’importanza, le infezioni, le gangrene, le patologie da decompressione, le intossicazioni da monossido di carbonio.

In via sperimentale ed a titolo completamente gratuito, abbiamo iniziato a sottoporre alla terapia iperbarica i bambini con problemi di autismo e quelli con paralisi cerebrale. I risultati ottenuti finora con più di 50 bambini autistici sono molto incoraggianti, infatti i genitori hanno riferito costanti e progressivi miglioramenti.

Quante persone lavorano nei vostri tre centri iperbarici?

Attualmente diamo lavoro a 55 persone, di cui 12 medici. Ben presto avremo tecnici ed infermieri specializzati perché la Scuola di Baromedicina prevede, a breve, anche la formazione di queste figure professionali.

Quando avrà inizio il prossimo corso internazionale della Scuola di Baromedicina?

Sicuramente dopo il congresso EUBS che si terrà a Belgrado nel mese di settembre 2012.

Siete contattati spesso dai subacquei?

Per fortuna le emergenze subacquee sono davvero poche, ma i sub possono venire presso i nostri centri iperbarici per fare i test di pressione e di tolleranza all’ossigeno. E’ un servizio gratuito, basta prendere appuntamento direttamente con il centro iperbarico.

La Baromedicina in Serbia

La Serbia è stata un avamposto della baromedicina fin dal 1969 con il centro iperbarico militare di Spalato e, nel 1974, per la prima volta in ambito civile, con la camera del dr. Nicola Dekleva a Belgrado a cui si sono aggiunte, negli anni seguenti, le camere iperbariche del Centre for Hyperbaric Medicine (a cui fa riferimento il DAN Europe) dislocate a Belgrado, a Baniza ed a Vrnjacka Banja.
Attualmente in Serbia ci sono 9 centri iperbarici attivi.
Di questi, 8 sono civili ed uno militare.
4 centri hanno camere multi posto (compreso quello militare), gli altri sono dotati di camere monoposto.
Solo 5 di questi centri sono all’interno di strutture ospedaliere.

Scarica l'articolo

Immergiti nelle storie
più recenti, prima di
chiunque altro.

Iscriviti
alla newsletter di
Alert Diver.