Un occhio agli incidenti
La febbre dell’Isola
Il subacqueo
Il subacqueo in questione era una donna di 49 anni con più di 200 immersioni. Non aveva una storia clinica pregressa, né prendeva farmaci regolarmente ed in generale godeva di buona salute ed era in forma.
Una vacanza subacquea tropicale
La nostra sub era diretta verso una popolare isola caraibica per una vacanza subacquea di una settimana. In sei giorni ha completato 21 immersioni senza problemi, tutte condotte in aria ed entro i limiti di non decompressione, secondo il suo computer. Ha anche effettuato una sosta di sicurezza alla fine di ogni tuffo. La profondità massima dell’immersione più fonda è stata di 34 metri; il resto delle immersioni variavano tra i 9 e i 27 metri di profondità. Durante la vacanza si è astenuta dal consumo eccessivo di alcool e non ha avuto comportamenti che avrebbero potuto influire negativamente sulla sua salute o sulla sua sicurezza.
Cosa è successo?
Nel giorno della sua partenza dall’isola, l’intervallo di superficie prima del volo superava le 24 ore. Non aveva un disturbo specifico, ma un generale senso di malessere. Durante il primo dei suoi due voli, la donna iniziò a sentire dei forti dolori muscolari e articolari. Avvertiva il fastidio in diverse aree del corpo, accompagnato da nausea e forte mal di testa. I disturbi non sono svaniti una volta a terra, tra i due voli, ma non sono nemmeno peggiorati durante il secondo volo. Arrivata a casa, sperava di riprendersi con un po’ di riposo. Ma dopo una notte di sonno tutt’altro che rigenerante, i suoi disturbi non erano diminuiti e, preoccupata per la possibilità che si trattasse di malattia da decompression (MDD), ha deciso di contattare DAN.
Il medico del DAN con cui la donna ha parlato, le ha suggerito di rivolgersi al più vicino pronto soccorso. Sebbene la malattia da decompressione non era da escludersi, la tempistica e la natura dei suoi disturbi rendevano più plausibili altre spiegazioni. Quando è arrivata al pronto soccorso, aveva la febbre a 39°C. È stata sottoposta ad una serie di indagini diagnostiche, inclusi diversi test di laboratorio e approfonditi esami fisici e neurologici. Tutti gli indizi portavano ad una diagnosi di febbre dengue, non una MDD.
Il personale ospedaliero aveva somministrato cure di supporto appropriate, che includevano flebo e farmaci per aiutare a gestire il dolore e la nausea. Alla fine la donna è stata dimessa e il medico ha istruito la sua famiglia su come monitorare le sue condizioni e continuare con le cure. La febbre e la nausea sono diminuite nei tre giorni seguenti, mentre i dolori e il mal di testa sono finalmente passati dopo due settimane. Fortunatamente il suo trattamento era coperto dalla componente assicurativa di viaggio DAN per emergenza non subacquea.
L’importanza delle valutazioni mediche
Questo caso dovrebbe servire per ricordare che i viaggi nelle aree tropicali espongono i subacquei a rischi che vanno oltre quelli strettamente legati alla subacquea. La tempistica e la natura dei sintomi di questa subacquea l’hanno giustamente portata a sospettare che i suoi disturbi non fossero connessi alle immersioni. Tuttavia si è saggiamente messa nelle mani del professionale medico e, nel fare ciò, ha ricevuto delle pronte valutazioni e cure per la sua malattia. (Da notare che le linee guida stabilite per il volo post-immersione sono legate ad un livello di sicurezza considerevolmente elevato).
L’importanza di ricevere una valutazione medica che consideri diverse possibili diagnosi non può essere sopravvalutata. Mentre il dolore localizzato e la grave stanchezza sono sintomi comuni di MDD, i dolori muscolari generalizzati e la febbre non lo sono. Il medico incaricato ha riconosciuto tutto ciò ed ha ampliato la lista con diverse possibili diagnosi. La diagnosi di febbre dengue è stata fatta sulla base di risultati clinici (sintomi e disturbi) così come sulla storia del viaggio verso aree a rischio note. Fortunatamente questa malattia tropicale non è potenzialmente letale e il recupero completo è previsto entro poche settimane, come è avvenuto in questo caso.
Molti subacquei hanno familiarità con i sintomi e i disturbi da MDD, ma è importante ricordare che questi sintomi e questi disturbi non sono solo dell’MDD, ma possono indicare altre malattie.
Foto: Marcello Di Francesco
Mi fai venire la febbre
La febbre dengue è un’infezione trasmessa dalla zanzara. C’è un aumento delle percentuali di infezioni documentato in tutti i Caraibi e negli Stati Uniti sudorientali. Le percentuali non sono aumentate ad un livello allarmante, ma i viaggiatori dovrebbero essere consapevoli della malattia. L’infezione è caratterizzata da un’insorgenza acuta di febbre dai tre ai 14 giorni dopo essere stati morsi da una zanzara infetta. La classica febbre dengue si presenta, dopo questo periodo di incubazione, con i seguenti sintomi:
- Febbre acuta
- Dolori muscolari e articolari
- Forte cefalea frontale
- Dolore acuto dietro gli occhi
- Nausea e perdita di appetito
- Eruzione cutanea
- In rari casi, emorragia
Il dolore associato alla malattia può essere acuto, specialmente nelle infezioni che ne conseguono. Questi forti dolori hanno dato origine al soprannome della dengue, chiamata anche “febbre delle ossa rotte”. La febbre e il dolore dovrebbero essere trattati con paracetamolo (Tylenol); evitare aspirina, ibuprofene, naprossene e altri farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) perché potrebbero favorire delle emorragie.
Nella maggior parte dei casi la febbre passa entro un paio di giorni, ma la stanchezza può persistere per giorni o settimane. Adesso esiste anche un vaccino approvato, tuttavia è raccomandato solo per chi ha avuto la febbre dengue o per chi vive tra una popolazione con un alto tasso di infezioni. Per saperne di più sulla dengue e altre malattie tropicali, controlla le informazioni e gli aggiornamenti online dell’European Centre for Disease Prevention and Control o del World Health Organization. Come sempre, se presenti disturbi dopo l’immersione, non esitare a contattare DAN.
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