Appunti di viaggio
Destinazione Croazia (Plomin Luka), Progetto Rebreather, replica di un’immersione (tempo e profondità) eseguita in camera iperbarica.
Il progetto nasce in collaborazione con HBT – Voyager e prevede il monitoraggio di immersioni con Rebreather, prima in camera iperbarica (già effettuato in aprile a Ravenna) e poi in mare. Stesse profondità e stessi tempi ma due condizioni molto diverse! La pressione a cui i sub si sottopongono è la stessa sia in camera iperbarica che in mare ( 6 BAR ) ma l’elemento di totale differenza è senza dubbio l’acqua! Lo studio prevede il monitoraggio tramite ecografia cardiaca, a 4 camere, di eventuali bolle di gas presenti nel cuore. Quello che ci possiamo aspettare, visto in precedenti studi, è una maggiore presenza di bolle nelle immersioni fatte in mare rispetto alla camera ma, stavolta la variabile sarà l’utilizzo del circuito chiuso di un rebreather al posto del tradizionale circuito aperto.
Nell’attesa dei risultati, Massimo Pieri (Research Area Supervisor, DAN Europe) ci ha raccontato questa bellissima esperienza.
“Appena arrivati sul luogo dell’immersione organizziamo la giornata lavorativa con i responsabili del gruppo. Durante il trasferimento in barca viene fatto il consueto briefing che riguarda i test post immersione. I subacquei hanno già familiarità con questi test ma, nonostante tutto, ogni nuovo appuntamento trova la massima attenzione da parte loro.
Vengono anche portate a termine le formalità burocratiche che riguardano la compilazione dei moduli di ricerca DAN Europe DSL e il consenso informato.
Arrivati sul punto d’immersione l’inizio della preparazione prende tutta la concentrazione dei subacquei. Mentre loro sono sott’acqua, noi iniziamo la preparazione di tutta l’attrezzatura necessaria.
Comincia il nostro lavoro, ricordando ai subacquei di prepararsi e venire presso la nostra postazione 25/30 minuti dopo l’emersione. Il nostro range di registrazione è compreso fra i 30 e i 45 minuti post immersione, niente può andare storto in questo intervallo e tutti i sub devono essere monitorati.
Un minuto è un tempo breve per definizione ma mantenere una corretta finestra del segnale per il monitoraggio delle bolle su una barca, con condizioni di luce piena, ci richiede un grande impegno per tutta la durata dei test. In più, con il supporto e la formazione del dottor Danilo Cialoni, abbiamo dovuto monitorare anche le comete polmonari (si tratta di artefatti ecografici che indicano la possibilità di edema polmonare).
Al termine dei test eravamo tutti più sollevati, sicuri di aver contribuito allo sviluppo della sicurezza del nostro amato sport … La subacquea.
Con grande entusiasmo e anche con soddisfazione di tutti i sub, che hanno partecipato alla ricerca, ci siamo salutati con l’intento di lavorare nuovamente insieme”.