Foto: Marcello Di Francesco
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Silenzio nella Torre di Babele: breve storia dei segnali manuali

Quando i “non addetti ai lavori” chiedono ai subacquei di spiegare il motivo della loro attrazione verso un mondo così apparentemente ostile, la risposta più comune è che il Mondo Silenzioso, oltre ad essere ricco di meraviglie sottomarine, è anche fonte inesauribile di calma e di pace interiore… tutto ciò finché il rumore di uno shaker o le mani agitate di un compagno d’immersione non ci svegliano all'improvviso riportandoci a una realtà di base, e cioè al bisogno umano di comunicare.

La comunicazione sott’acqua ha due funzioni principali: la sicurezza ed il processo decisionale all'interno del team. Nella comunicazione relativa alla sicurezza sono inclusi: la valutazione della condizione generale dei subacquei, il controllo degli strumenti, l’impostazione della profondità, del livello, della direzione per la risalita o di una sosta di decompressione. Mentre il processo decisionale è necessario per affrontare eventi imprevisti o situazioni di emergenza.

I mezzi di comunicazione a disposizione della maggior parte dei subacquei in circuito aperto sono non verbali e piuttosto limitati. Per esempio, la scrittura è efficace ma richiede tempo mentre i segnali luminosi sono piuttosto semplici e funzionano solo in ambienti bui. Per non parlare della limitazione dei segnali tattili. E, al di fuori dei progetti scientifici, la possibilità di comunicazione vocale delle maschere granfacciali non sembra aver riscosso molto successo nella comunità subacquea… forse perché, alla fine, si preferisce un'esperienza subacquea il più silenziosa possibile?

Quando ci troviamo sott’acqua, le nostre due mani con le loro dieci dita sono solitamente gli unici mezzi di comunicazione a nostra disposizione. Alcuni subacquei tecnici sostengono addirittura che questo incarico possa essere tranquillamente svolto da sola mano con le sue cinque dita, visto che, nel loro caso, l'altra mano è probabilmente impegnata con una torcia, una bobina o un qualche altro strumento.

I subacquei ricreativi a volte comunicano usando gesti della vita quotidiana, come annuire con la testa per un "sì". Altri segnali manuali invece possono essere tipici di un posto, ad esempio esistono gesti specifici per indicare delle specie marine tipiche di un certo luogo. Inoltre, esistono dei segnali speciali creati per specifiche circostanze di immersione, per dare istruzioni, per fornire informazioni o per indicare una condizione o un'emergenza.

Condividere un linguaggio comune di segnali manuali simili a quelli utilizzati sulla terraferma ridurrebbe lo sforzo e il tempo di apprendimento e semplificherebbe la comunicazione sott’acqua; ma la realtà, purtroppo, è leggermente diversa. Nonostante lo sforzo dell'RSTC (Recreational Scuba Training Council), e nonostante l’esistenza di una gamma di segnali comunemente usati, la comunità delle immersioni ricreative ha sviluppato nel tempo una varietà di dialetti così confusi da risultare a volte intraducibili. A chi non è mai capitato di partecipare ad un briefing pre-immersione in cui si viene istruiti a far “lampeggiare” due volte cinque dita per segnalare mezzo carico di una bombola, mentre altre volte ci viene detto di segnalare i 100 bar formando una "T" con una mano perpendicolare sul palmo dell’altra?

Nel migliore dei casi, questa diversità rende la comunicazione tra i subacquei imperfetta, e nel peggiore, inesistente. Non si tratta di una scissione di linguaggi come nella storia della Torre di Babele ma di sviluppi di linguaggi paralleli in diverse comunità isolate l'una dall'altra. Di conseguenza, si potrebbe sostenere che nel mondo della subacquea ricreativa i rischi di una comunicazione non ottimale siano limitati, ma in caso di emergenze, eventuali problemi di comunicazione potrebbero peggiorare la situazione.

Nelle immersioni tecniche la situazione è diversa; nonostante l’esistenza di molteplici agenzie didattiche, la comunità tec può vantare un linguaggio comune, reso necessario dal rischio maggiore delle immersioni tecniche rispetto a quelle ricreative. I segnali di immersione tecnica vengono eseguiti usando le cinque dita di una mano (con adattamenti speciali quando la mano è coperta da guanti o guanti a tre dita). Le informazioni vengono spesso fornite utilizzando un segnale per indicare il soggetto a cui ci si riferisce (ad esempio pressione, profondità, tempo), seguito da un numero. I numeri sono indicati da una sequenza di cifre. Le cifre da uno a cinque vengono indicate con le dita rivolte verso l'alto e il palmo rivolto verso l'esterno, mentre le cifre da sei a nove vengono mostrate con la mano tenuta orizzontalmente e il palmo rivolto verso l'interno. Dieci, essendo un numero a due cifre, richiede un "uno" seguito da un "ok chiuso" per indicare lo zero. Di solito non si usa il pollice per evitare confusione con il segnale del pollice in su per "fine l'immersione". 

Decompressione e/o ambienti chiusi sono eventi di routine nelle immersioni tecniche e segnali specifici eseguiti con una sola mano sono stati sviluppati per entrambi i casi. Questi segnali sono condivisi da tutti i subacquei tecnici, indipendentemente dal loro background. La revisione di ogni singolo segnale andrebbe oltre lo scopo di questo articolo, ma chi è interessato può facilmente reperire ulteriori informazioni online.

A differenza della comunicazione ricreativa, la comunicazione tecnica cerca di evitare l’utilizzo di gesti quotidiani. Ai subacquei tecnici non piace lasciare spazio all’interpretazione o fidarsi dell’“ovvio”. Durante le immersioni tecniche è richiesta chiarezza ed ogni specifico segnale della mano deve essere confermato; la comunicazione è essenziale non solo per fornire informazioni, ma anche per assicurarsi che le stesse siano state correttamente ricevute e comprese. Oltre ad essere fondamentale per la sicurezza del team, un segnale di conferma è inoltre importante per evitare la perdita di informazioni.

Per la sicurezza di tutti, si spera che in un mondo futuro, ideale e silenzioso, le pratiche di segnali manuali ora comunemente utilizzate nelle immersioni tecniche siano in grado di diffondersi nel mondo ricreativo, eliminando così la confusione e la necessità di dover riapprendere processi già imparati in passato.


Video Tutorial

Un ringraziamento speciale al DAN Europe Ambassador, istruttore e guru del sidemount Steve Martin (http://sidemounting.com), per la produzione di questi video sui segnali manuali.

Are you Ok? 

I have a problem/Something’s not right

Ascend

Descend

Out of Gas

I’m calling the dive

How much gas do you have?

Shoot a Surface marker Buoy

Ascend to safety stop for 5 min

Numbers: 0-100 (abbreviated version)


Traduttrice: Laura Coppa

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