In memoriam Patrick Musimu
Il mondo dell’apnea, e della subacquea in generale, piange la morte di Patrick Musimu. Uno sportivo eccezionale e fonte di ispirazione, il primo e unico essere umano a immergersi oltre la barriera dei 200 metri senza ausili di respirazione artificiale. Chi lo ha conosciuto ne ha apprezzato le grandi doti umane e professionali. Da parte nostra, siamo onorati di aver potuto collaborare con lui a diversi progetti di ricerca condotti dal DAN Research. Voleva aiutarci a rendere questo meraviglioso sport ancora più sicuro.
Questo numero di Alert Diver è dedicato a Patrick.
“Citando sua moglie Isabel: ‘Patrick era un diamante, un diamante così puro, così luminoso da non poter essere paragonato a nient’altro’. Sono stato testimone dello spirito luminoso, della mente dai pensieri profondi di Patrick, coperti e forse protetti da un atteggiamento riservato.
Abbiamo avuto lunghe discussioni sulla fisiologia dell’apnea, all’insegna di un sincero, reciproco rispetto. Il suo master in fisioterapia è stato di grande interesse nella sua ricerca di comprensione. Abbiamo parlato molto spesso dei noti problemi di compensazione dell’orecchio sperimentati dagli apneisti che vogliono scendere al di sotto dei 90 metri, come il ‘riempimento della bocca’, l’allagamento delle narici e dell’orecchio medio, e naturalmente finimmo per testarli attraverso la Risonanza Magnetica Tomografica (RMT) e una relazione scientifica. Patrick ha partecipato a diversi lavori scientifici del DAN Research come membro della Task Force Apnea del DAN Europe, sempre pronto, sempre entusiasta, sempre prendendo parte reale alla redazione dei lavori scientifici (1).
Si dice che un subacqueo si immerga in mare per guardarsi intorno… Al contrario, un apneista va sott’acqua per guardarsi dentro…
Capisco perché… Nel tuo caso la parte più interessante era quella interiore, e questa parte era anche la più profonda. Si può misurare il valore di un uomo guardando quello che ha lasciato dietro di sé. Hai già fatto molte cose per aiutare gli altri, ma per rispettare la tua discrezione ne citerò soltanto una: il tuo sostegno a un’organizzazione che si occupa dei ragazzi di strada e il centro giovanile a Kinshasa che hai aiutato a costruire, e che porterà il tuo nome.
Posso dire con certezza che, nel tuo caso, il diamante è andato via ma la luce del suo splendore resterà per sempre, dando coraggio a Isabel e alla tua piccola Maeva di 6 anni.
Your friend ‘Prof’, Costantino Balestra”
(Vice-President Research & Education – Area Director DAN Europe Benelux & France)
“La notizia della morte di Patrick mi ha scioccato e profondamente addolorato per vari motivi. L’ho conosciuto inizialmente attraverso una semplice conversazione telefonica, a causa di questioni amministrative del DAN. Avevo subito avuto l’impressione di una persona genuina; sapevo che per le sue incredibili prodezze subacquee era stato catapultato a una fama mondiale, ma dopo averci parlato sono rimasto alquanto sorpreso dalla sua semplice, concreta umiltà: un tratto del suo carattere che ho molto ammirato. E’ morto come è vissuto!
Patrick, posso solo augurarti di continuare a inseguire i tuoi sogni ed estendere i tuoi limiti, trovando te stesso nella prossima fase.
(Michael, Membership Dept.)
“Il primo incontro con Patrick è stato a Milano nel 2007, presentati da un amico comune, il Professor Balestra del DAN Research. Ero così emozionata di avere finalmente l’occasione di conoscere il famoso apneista… Si è rivelata una delle persone più gentili, amichevoli e belle che abbia mai conosciuto. Voglio solo abbracciare tutta la sua famiglia e dire loro di essere forti in un momento tanto difficile.
Addio amico mio…”
(Francesca, Research Division)
“Caro Patrick,
custodiremo sempre dentro di noi il tuo esempio, la tua passione, la tua personalità… Addio campione!”
(Massimo Pieri, Danilo Cialoni, Research Division)
“Non ho avuto l’occasione di incontrare Patrick di persona, ma abbiamo avuto uno scambio di e-mail, generato dalla mia curiosità per il suo particolare modo di compensare. Riposa in pace. Custodirò la sua memoria e le sue parole:
– ‘Niente è assoluto. Ridefinisci le idee, ridefinisci te stesso. Le barriere si trovano nella tua mente. Non accettare limiti!’ ”
(Ramon Verdaguer, DAN Trainer and Research Technician)