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Green Bubbles e la subacquea sostenibile
Dalla metà degli anni 80 la subacquea ricreativa si è diffusa fino ad arrivare a circa un milione di brevetti rilasciati ogni anno. Un’attività dove natura ed esseri umani si incontrano può avere effetti positivi ma anche negativi. Se da un lato la subacquea promuove la cura dei mari, contribuisce alla ricerca scientifica e favorisce lo sviluppo personale, dall’altro può entrare in conflitto con gli interessi delle comunità che dipendono dal mare e dalle spiagge per il sostentamento, per le entrate dal settore turistico o anche semplicemente per una qualità della vita.
È per questo che quasi un anno fa l’Ue ha dato il via al progetto Green Bubbles (GB), il cui scopo è rendere più sostenibile l’attività subacquea. I tre gruppi maggiormente interessati – i subacquei, i professionisti e gli operatori del settore – realizzeranno il progetto individuando l’impatto ambientale, economico e sociale della subacquea ricreativa e sviluppando e la commercializzando prodotti innovativi che potranno supportare gli effetti positivi riducendo quelli negativi. La durata del progetto è di 4 anni, e con il 2016 inizierà il secondo anno.
Due sono le aree principali al centro dello studio:
Ponta d’Oro in Mozambico, nell’area di Sodwana Bay, che custodisce un complesso corallino a un'alta latitudine in una AMP (area marina protetta) suddivisa in zone per ridurre l’impatto delle attività subacquee. Ogni anno riceve fino a 80.000 visite da parte di subacquei.
L’AMP di Portofino è stata istituita nel 1999. Si trova nel Mediterraneo nordoccidentale e accoglie fino a 60.000 subacquei ogni anno. Quest’area contribuisce il 50% circa del valore aggiunto lordo del turismo costiero e marittimo europeo.
Green Bubbles ha individuato le seguenti aree critiche:
Inventata negli anni 40 e sviluppata negli anni 80, l’attrezzatura per immersioni con autorespiratore ha reso più facile e meno dispendioso praticare la subacquea come attività ricreativa. Nell’eterogeneo gruppo di subacquei, non a tutti interessa il potenziale impatto sull’ambiente.
Finora l’insieme subacquei e sistema subacqueo non è mai stato studiato. Ad esempio, i subacquei tecnici sono molto specializzati e molto dedicati alla subacquea. Si sa poco dell’aspetto “umano” dei professionisti e degli operatori, fino a che punto favoriscano un impatto ambientale positivo e sostenibile e in che modo le loro motivazioni influiscano sul livello dei servizi che offrono.
I subacquei possono avere un impatto negativo sull’ambiente marino e generare risentimento presso le comunità che li ospitano per fattori dovuti all’inesperienza, a certe attività e all’ignoranza.
Indubbiamente la subacquea può portare enormi benefici economici, ma può anche essere causa di conflitti sociali tra subacquei e pescatori locali, cosa piuttosto problematica in paesi in via di sviluppo. Servono strategie che proteggano gli interessi di tutti.
Esistono diversi approcci gestionali per mitigare o evitare gli impatti negativi della subacquea di massa. Le misure “severe” possono essere la chiusura delle aree, stabilire delle quote o far pagare l'ingresso. Tra le misure “leggere” si può migliorare la consapevolezza grazie all’educazione ambientale. Green Bubbles si propone di individuare l’approccio più adatto per motivare subacquei e operatori, che potrà essere tramite obiettivi condivisi, norme giuridiche, o timore del giudizio dell’opinione pubblica.
Le attività subacquee militari e commerciali sono da sempre soggette a regole stringenti, in primis un notevole addestramento e un’eccellente forma fisica. Gli standard della subacquea ricreativa sono notevolmente più bassi. GB cerca di individuare le misure atte a migliorare gli standard di sicurezza subacquea per la subacquea ricreativa.
La tecnologia ha fatto grandi progressi. I computer subacquei sono un elemento significativo nelle immersioni professionali e ricreative, e gli smartphone lo saranno presto. Anche l’approccio ludico, la “gamification” della subacquea, si sta sviluppando molto. La tecnologia può essere utilizzata per favorire la formazione e la gestione della sicurezza.
L’attività subacquea è formativa in quanto consente un’esperienza della natura a un livello molto personale. Ha il potenziale per la Ocean Literacy (OL) e dovrebbe essere introdotta nei programmi scolastici e universitari
Ultimamente la Citizen Science (CS) sta avendo molto successo. Attraverso la CS i ricercatori interagiscono con persone estranee alla comunità scientifica ma che si offrono come volontari per la ricerca.
Molta della ricerca subacquea è relativa alle barriere coralline. Ma in zone più fredde c’è un diverso impatto della subacquea– sia per l’ambiente che per l’economia. Non considerare ambienti non tropicali significherebbe trascurare studio scientifico e impegno per la conservazione. Green Bubbles promuove una ricerca che va oltre la zona della barriera corallina.
Il progetto Green Bubbles è un approccio completamente nuovo alla ricerca subacquea. Il sistema subacqueo europeo non è mai stato esaminato a fondo, né di fatto la subacquea è mai stata considerata come un sistema con componenti e interazioni né studiata da così tante discipline (scienze sociali, marine, della sostenibilità, commercio e marketing, economia verde, medicina/fisiologia, gestione del rischio, IT e ingegneria, “gamification”, formazione e pedagogia) che uniscono in una sinergia i propri punti di forza.
DAN Europe e Green Bubbles immaginano un futuro dove subacquei, professionisti e operatori praticheranno la subacquea responsabile come uno standard desiderato e raggiunto da tutti, insegneranno Ocean Literacy e coopereranno tramite la Citizen Science.
L’aspettativa è che Green Bubbles funzioni come modello per la sostenibilità ambientale, economica e sociale del settore subacqueo e che diventi sinonimo di gestione ambientale, responsabilità sociale e sicurezza subacquea.
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DAN Europe è uno dei nove partner GB:
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Non accademici:
- Studio Associato Gaia snc (Italia)
- UBICA srl (Italia)
- INNOVASUB (Turchia)
- College of Exploration (USA)
- DAN Southern Africa (Sudafrica)